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Il terremoto di Messina del 1908 ha lasciato una larga traccia nella cultura popolare. I poeti popolari ed i cantastorie di piazza diffusero l'evento luttuoso fra le masse contadine e popolari secondo i modi e l'ideologia largamente sperimentata nelle "storie" in versi, che divenivano patrimonio popolare. L'ideologia è quella provvidenziale cristiana che fa discendere ogni evento luttuoso collettivo, come terremoti, eruzioni vulcaniche, ma anche epidemie e guerre, dalle colpe degli uomini. Gli autori di queste storie erano poeti a volte anonimi, a volte conosciuti ed apprezzati poeti di paese, che fornivano le loro composizioni ai cantastorie e ai cuntastori di piazza. Spesso gli autori erano gli stessi che portavano le loro composizioni nelle piazze e nelle fiere di paese, dove vendevano gli "stampati" al pubblico. Da questi stampati letti ed imparati a memoria i contadini recitavano intere ottave durante la mietitura o nelle pause di lavoro, o la sera attorno al braciere nelle lunghe soste invernali.